Trek-Segafredo, Elisa Longo Borghini: “Dopo la caduta di Jacopo non volevo andare ai Campionati Italiani. Alla Amstel ho sbagliato, quest’anno punto Ardenne, Tour e Mondiali”

Elisa Longo Borghini si racconta a sé stessa. La campionessa italiana, infatti, si è sottoposta a una auto-intervista sui canali ufficiali del proprio team, facendo un bilancio del 2021 e raccontando i suoi obiettivi per il 2022. Nel porsi da sola le domande, l’atleta della Trek-Segafredo ha fatto emergere anche gli aspetti psicologici che stanno dietro le vittorie, come il successo ai campionati nazionali, dove non sarebbe nemmeno voluta andare dopo l’infortunio del suo fidanzato Jacopo Mosca nella corsa maschile. Dopo aver fatto mea culpa per la volata mancata della Amstel Gold Race, si è poi concentrata sul suo 2022, con Ardenne e Tour de France nel mirino.

“Sono soddisfatta dei risultati raggiunti, anche se non sempre il mio umore rifletteva le mie gioie sportive – ha spiegato – Mi riferisco in particolare ai campionati italiani. Un momento importante della stagione, una bellissima vittoria, che però coincideva con un momento difficile della mia vita. Due giorni prima il mio fidanzato Jacopo Mosca era stato vittima di una terribile caduta ai campionati italiani a cronometro. Istintivamente non volevo più correre, volevo solo andare in ospedale e stargli vicino. Poi, mia mamma mi ha letteralmente messa sul volo per Bari, facendomi capire che non avrei potuto fare nulla all’ospedale. Piuttosto gareggiare e vincere sarebbe stato il modo migliore per dare morale a Jacopo, ed è stata anche una spinta in più per me”.

La classe ’91 ha continuato il suo racconto arrivando all’immediata vigilia della gara: “La notte precedente è stata incredibilmente difficile. Pensavo a come sarebbe stato gareggiare dopo che le persona a cui tengo di più ha subito quella caduta. Al risveglio mi sentivo strana, non bene. Sentivo di non avere le gambe per vincere, ma avevo la determinazione per riuscirci. Ho corso l’intera gara con l’idea che nessuna mi avrebbe tolto il tricolore dalle spalle perché dovevo dedicarlo a una persona speciale. Tagliando il traguardo, ho provato una sensazione incredibile, diversa dal solito, ma comunque bellissima. È stata la dimostrazione di una cosa in cui credo molto: la testa, in molti casi, può fare la differenza più delle gambe”.

La piemontese si è poi concentrata sui rimpianti della scorsa stagione: “Ne ho due. Il più grande è alla Amstel, dove ho fatto un errore nel gestire il finale. Eravamo in due davanti, io e Niewadoma, con il gruppo che rinveniva forte. Era una momento caotico, la situazione cambiava rapidamente e c’era un po’ di confusione in ammiraglia. Ina stava guardando la corsa in Tv in leggera differita e io ho interpretato le sue istruzioni a modo mio. Ho sbagliato, perché in quei momenti l’unica cosa da fare è decidere in prima persona, anche a costo di sbagliare. Quando il gruppo ci ha riprese, il rimpianto era grande perché quel giorno stavo molto bene e sono sicura che avrei vinto lo sprint con Kasia. L’altro rimpianto è più fastidioso, come un sassolino in una scarpa, e si riferisce all’ultima tappa della Challenge La Vuelta. Ho attaccato nel finale sperando di andare via, ma Kopecky mi ha seguita. Nel momento in cui mi sono voltata per guardarla in faccia ho rallentato un attimo e lei mi ha colta di sorpresa, mi fa ancora male aver perso così”.

Dopo aver detto, invece, di non aver alcun rimpianto per il secondo posto alla Strade Bianche “99 volte su 100 la vinco, ma Chantal Van den Broek-Blaak ha centrato quell’1%”, si è proiettata sulla stagione che sta per iniziare, descrivendo il suo programma usando i colori: “Innanzitutto il rosso per le Classiche delle Ardenne, il primo grande obiettivo stagionale. […] Poi il blu, per il Tour de France, un blu elettrico perché si tratta di una corsa nuova e bella. Poi una palette iridata per i Mondiali. Ora è facile dire che, sulla carta, il percorso non è adatto alle mie caratteristiche, ma piacerebbe comunque essere in Australia, e da protagonista. Ciò non vuol dire essere la leader ma, come accaduto nel 2021 con Elisa Balsamo, lavorare per qualcuno che poi vince. Se dovessi cambiare alcuni podi di prestigio nelle Classiche per vincerne una? Sì, decisamente. Lo farei per la Freccia Vallone. Ho un rapporto di amore-odio con questa corsa. Ci sono state volte in cui mi sentivo benissimo e sono andata vicina alla vittoria e volte in cui la corsa mi ha respinto brutalmente e fatta star male”.

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